Orsa Maggiore

La costellazione dell'Orsa Maggiore.
La costellazione dell'Orsa Maggiore.
Di Roberto Mura - Opera propria,
CC BY-SA 3.0, wikimedia
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Mappa della costellazione dell'Orsa Maggiore.
CC BY-SA 3.0, wikimedia

La costellazione dell'Orsa Maggiore, visibile da tutto l'emisfero boreale, è circumpolare da metà di esso: infatti le stelle principali non tramontano mai al di sotto dell'orizzonte al di sopra dei 41° di latitudine nord. E' sicuramente una delle costellazioni più famose del cielo, ma in realtà sono soprattutto celebri le sue sette stelle principali che formano il sottogruppo (asterismo) chiamato “Grande Carro”. La costellazione è molto vasta, e per superficie si colloca al terzo posto tra le 88 costellazioni che suddividono l'intera volta celeste. La facilità di identificazione e la costante presenza al di sopra dell'orizzonte la rendono uno dei classici punti di partenza per poter imparare a riconoscere le altre costellazioni del cielo. Le sue stelle alfa e beta (Merak e Dubhe) sono utilizzate per individuare la Stella Polare, rintracciabile prolungando la loro distanza per 5 volte partendo da Dhube. Invece l'allineamento tracciato tra le stelle delta e gamma (Megrez e Phecda) serve per identificare, lungo questa direttrice, Regolo, la stella alfa della costellazione del Leone. Invece le tre stelle del timone del Grande Carro (Alioth, Mizar e Alkaid) indicano con il loro prolungamento la stella più luminosa dell'emisfero boreale, Arturo della costellazione di Bootes.

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L'Orsa Maggiore in un dipinto del 1825.
Di Sidney Hall - Questa image è disponibile presso la Divisione Stampe e Fotografie (Prints and Photographs Division) della Biblioteca del Congresso sotto l'ID digitale cph.3g10058. Questo tag non indica lo stato del copyright dell'opera ad essa associata. È comunque necessario un tag specifico relativo al copyright. Consultare Commons:Licensing per maggiori informazioni,
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Le sette stelle principali dell'Orsa sono celebri in molte culture del mondo. La loro importanza derivava di trovarsi piuttosto vicine al Polo nord celeste, e quindi utili per identificare di notte la posizione dei vari punti cardinali. Inoltre sono state le prime stelle citate nella letteratura occidentale, più esattamente da Omero che spiegò come venissero utilizzate per orientarsi nella navigazione notturna nel Mediterraneo. Per i romani erano invece sette buoi che peregrinavano costantemente nel celo compiendo un cerchio: dal latino Septem triones (sette buoi) nasce quindi il termine settentrione che ci indica la direzione nord. Nella mitologia greca la costellazione era invece legata alla figura di Callisto, una delle ninfe di Artemide: concupita da Zeus venne trasformata in una orsa dalla moglie del re degli dei, Era, ma poi fu trasportata in cielo insieme al figlio, frutto del tradimento celeste.

Dhube, la stella alfa dell'Orsa Maggiore, è una stella doppia distante da noi circa 123 anni luce, la sua luminosità è oltre 300 volte superiore a quella del nostro Sole.

Merak. meno appariscente di Dhube, la stella beta è un astro di colore giallo con una massa circa 2,64 volte quella del Sole. E' una stella dello stesso tipo del sole ma con una temperatura superficiale più alta, di circa 9.000 °C.

Mizar e Alcor sono le stelle più interessanti di tutta la costellazione. Mizar è la penultima stella del timone del Grande Carro ed Alcor è la sua compagna che si può vedere ad occhio nudo. Anzi la sua identificazione, nell'antichità in Persia, era considerata un test utile per saggiare la vista delle aspiranti guardie. Si tratta di un sistema fisico, in realtà molto più complesso: già con un piccolo telescopio è possibile sdoppiare Mizar, ma in realtà le analisi spettroscopiche indicano che si tratta di un gruppo di ben 6 stelle legate tra di loro da un punto di vista gravitazionale. Distano circa 85 anni luce dalla Terra.

Alioth: la stella epsilon è in realtà quella più luminosa di tutta la costellazione, dista circa 81 anni luce e possiede una bella luce di colore bianco. Brilla oltre 100 volte la luminosità del nostro Sole.

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M101, la Nebulosa Girandola.
Di: European Space Agency & NASA
Acknowledgements:Project Investigators for the original Hubble data: K.D. Kuntz (GSFC), F. Bresolin (University of Hawaii), J. Trauger (JPL), J. Mould (NOAO), and Y.-H. Chu (University of Illinois, Urbana)
Image processing: Davide De Martin (ESA/Hubble) - CFHT image: Canada-France-Hawaii Telescope/J.-C. Cuillandre/Coelum - NOAO image: George Jacoby, Bruce Bohannan, Mark Hanna/NOAO/AURA/NSF - hubblesite.org spacetelescope.org,
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M101 è la galassia Girandola una bella spirale visibile già con un piccolo telescopio al vertice di un ipotetico triangolo formato con le stelle Mizar e Alkaid. Dista circa 19 milioni di anni luce da noi, e con un diametro di 170.000 anni luce è decisamente più grande della nostra Via Lattea.


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M81, a sinistra, e M82, a destra.
Di Keesscherer - Opera propria,
CC BY-SA 4.0, wikimedia

M81-M82 sono due galassie vicine tra di loro, legate assieme dalla forza gravitazionale, ben visibili con un piccolo telescopio: mentre M82 ci appare come un sigaro (la vediamo di taglio), M81 nostra una chiara struttura a spirale. Entrambe distano circa 12 milioni di anni luce.


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La Nebulosa Civetta.
Di Göran Nilsson & The Liverpool Telescope - Opera propria
CC BY-SA 4.0, wikimedia

M97 è chiamata Nebulosa Gufo o Civetta per la particolarità di possedere due zone scure al suo interno che ricordano gli occhi rotondi tipici dei rapaci notturni. E' visibile con un telescopio di medie dimensioni e si trova non lontana dalla stella Merak.

Emisfero nord: come detto è una costellazione visibile, in parte, almeno da tutto l'emisfero boreale, con le sue stelle principali che risultano circumpolari a partire dal 41° parallelo in su.

Emisfero sud: dall'emisfero Australe le sette stelle del Grande carro risultano visibili in prima serata tra i mesi di aprile e luglio fino ad una latitudine di circa 20 gradi sud.